Prima di lui solo Webb Chiles ci aveva provato senza fortuna. E ‘stato durante una navigazione a Capo Horn (durante la quale aveva disalberato) che a detta sua l’idea ha iniziato a farsi chiara nella sua mente per realizzare la sfida velica per eccellenza, l’unica impresa di navigazione che non era ancora stata compiuta.
Ant non aveva nessun posto per costruire la sua barca ma un suo amico gli propose di costruirla all’interno del suo appartamento fino a che resina, odori e rumori per la lavorazione del legno alla fine lo hanno costretto poi al trasloco al Royal Cape Yacht Club, dove ha trascorso l’ultimo paio di mesi prima della partenza. Cio che Webb non aveva, era un pozzetto autosvuotante, necessario in un ponte che sarebbe stato così bagnato.
L’albero fu dotato inoltre di una sola crocetta molto bassa per avere il centro di sforzo molto basso, con l’aggiunta di una bella zavorra sulla chiglia. La barca così aveva un angolo raddrizzante di circa 110 gradi. Il tutto con l’aggiunta di paratie stagne riempite di schiuma plastica per renderla inaffondabile.
Dopo aver passato una settimana in ospedale e aiutato da alcuni pescatori a sistemare la chiglia che era stata danneggiata, Ant con un mercantile si fa riportare esattamente al punto del suo naufragio per riprendere la sua navigazione fino a Cape Town dove viene accolto calorosamente dai suoi cittadini dopo due anni dalla sua partenza.
Alla partenza del suo incredibile viaggio disse: ” Se pensate che sono un pazzo, allora dovreste incontrare mia madre!”. Di seguito postiamo un piccolo video documentario della sua navigazione intorno al mondo.