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Classificazione dei Clipper

 

Nella storia della marineria a vela i Clippers occupano un posto ben preciso, suddivisi in 5 categorie a ognuna delle quali corrisponde un periodo di storia nautica e commerciale.

 

1830-1850. I Clippers dell’ Oppio.

Le pianure del Bengala, allora possedimento inglese, producevano grandi quantità di papaveri bianchi (Papaver Somniferum), i fiori da cui si estrae l’oppio. La Compagnia delle Indie manteneva il monopolio sulla vendita della droga, ma chiunque,dopo aver acquistato la merce presso la Compagnia, poteva farne libero commercio, soprattutto nei vicini porti cinesi. I clippers adibiti al trasporto e allo smercio della pericolosa droga erano di limitate dimensioni, ma particolarmente ben costruiti e soprattutto molto veloci. Appartenevano a imprese commerciali inglesi o americane, o anche a semplici privati. Armati con qualche cannone e armi leggere disponevano di equipaggi espertissimi e disposti a tutto. Andarono man mano scomparendo intorno al 1860, quando venne abolito il monopolio, e il traffico dell’oppio divenne meno redditizio.

1845-1860. I “Tea Clippers” americani.

L’aumento del consumo di the negli Stati Uniti richiese la costruzione di navi più grandi e veloci per assicurarne il rifornimento e il trasporto dai porti cinesi a Boston e New York. Nel gennaio del 1849 scese in mare per conto degli armatori Owland & Aspinwall il precursore dei rapidi tea clippers americani, il “Rainbow” di 750 tonnellate.A questo fece seguito una flotta di velieri sempre più perfezionati e veloci che in breve tempo si assicurarono il monopolio del trasporto del the cinese. Vennero quasi tutti varati a New York e nella Nuova Inghilterra in cantieri che dovevano ben presto divenire celebri: Smith and Dimon, Well, e il più famoso di tutti, quello di Donald McKay, che nel periodo aureo dei clippers varò ben 137 velieri per un totale di 137.280 tonnellate.

La poca stagionatura del legno con il quale venivano costruiti, rendeva però i clippers americani del the poco resistenti alle grandi sollecitazioni a cui erano sottoposti per poter mantenere la loro alta velocità in navigazione. Il loro prezzo si aggirava sulle 12 sterline dell’epoca a tonnellata. Dopo il 1849, con la scoperta dell’oro californiano, i clippers del the trasportarono gli emigranti e i cercatori d’oro dalle coste orientali degli Stati Uniti a San Francisco; continuavano poi la loro rotta, senza carico, verso la Cina e rientravano carichi di the negli Stati Uniti dopo essere passati per il Capo di Buona Speranza, compiendo praticamente il giro del mondo a vela.

Nel 1850 giunse a Londra il primo clipper nord-americano con un carico di the, ” l’Oriental”,che aveva approfittato delle nuove leggi che abolivano il vecchio e ristrittivo atto di navigazione in vigore fin dal 1651. La cantieristica inglese fu messa in allarme di fronte al nuovo veliero che aveva impiegato solo 97 giorni da Hong Kong a Londra. L’apparire dei primi piroscafi e gli affondamenti provocati dai corsari sudisti durante la guerra di secessione, segnarono la fine dei tea clippers americani. I superstiti furono venduti ai portoghesi di Macao o alle case armatrici liguri di Callao e vennero adibiti al trasporto di emigranti cinesi in Perù.

1850-1875 I “Tea Clippers” inglesi.

A essi è collegato il conceso stesso di clipper e apparvero per la prima volta nel 1850. Furono lo “Stornoway” di 506 tonnellate e il “Chrisolite” di 471. Aprirono la strada aduna splendida flotta di velieri,dagli scafi più lunghi e più stretti di quelli americani, e costruiti in solido e stagionatissimo teak birmano. I maggiori costruttori di Clippers inglesi furono Alexander Hall e Henry Hodd, di Aberdeen, in Scozia, ai quali dovevano successivamente aggiungersi Connell e Robert Steele i più noti dell’epoca, Pile di Sunderland, Chaloner di Liverpool, il Laurie di Glasgow e infine Scott e Linton, di Dumbarton, costruttori del celeberrimo Cutty Sark.

Gli scafi dei tea clippers inglesi mostravano una linea più aggraziata e filante rispetto a quelli americani. In coperta avevano un piccolo castello a prua e una ancor più piccola tuga a poppa. A poppavia dell’albero di maestra erano sistemate le imbarcazioni di salvataggio; il cassero invece accoglieva gli alloggi del capitano e degli ufficiali. Questi tipi di clipper avevano tre alberi tutti a vele quadre, la cosiddetta attrezzatura “a nave”; ogni albero aveva 5 vele di cui quella di gabbia, la seconda dal basso, era divisa in due parti per facilitarne la manovra.

In genere la dotazione di vele comprendeva 14 quadre, 6 stragli e 6 fiocchi, a cui venivano aggiunte le vele “di caccia” o “forza di vele”. A partire dal 1863 i clippers tea furono realizzati con la tecnica mista, che prevedeva la costruzione dell’ossatura della nave in ferro, mentre rimanevano in legno il ponte di coperta e il fasciame esterno. I migliori clippers furono realizzati con questa tecnica costruttiva e segnarono l’apogeo della vela nel trasporto rapido di merci.

1820-1865. I Clippers da passeggeri.

Sebbene note come “Packets”, questa navi furono sempre vere e propri clipper; veloci e comodi velieri per il trasporto di passeggeri essi univano i porti di New York, Boston, Filadelfia e Baltimora con il nord Europa. Armati con tre alberi a vele quadre, vennero in effetti realizzati con materiali scarsamente stagionati, ed ebbero vita breve. Apparsi anch’essi verso il 1820, e rimasti in attività per circa un cinquantennio, rivestivano l’importanza che fino a pochi anni fa poteva avere una moderna linea di navigazione, permettendo collegamenti rapidi fra paesi in fase di espansione industriale.

Comandati da esperti uomini di mare e manovrati da equipaggi sceltissimi, questi clippers offrivano comode e a volte lussuose sistemazioni per una quarantina di passeggeri nella prima classe mentre nella seconda, trovavano posto un certo numero di emigranti; la traversata America-Europa durava una media di 15-20 giorni. L’annuncio del ritiro dal servizio di una celebre “packet” della Black Ball Line, così dice:” Era uno dei più veloci e lussuosi. In 29 anni effettuò 116 traversate complete. Non aveva mai perduto gente in mare, nè subito avarie notevoli. Trasporò 30.000 passeggeri e vide 1200 nascite e 200 matrimoni”. Il packet finì la sua vita, vinto dall’elica e dal vapore.

1865-1890. I “Colonial Clippers”.

Colonial o Wool Clippers furono quei velieri veloci che vennero costruiti in Inghilterra e negli Stati Uniti per assicurare i collegamenti commerciali con l’Australia, la Nuova Zelanda e la Tasmania. Gli scafi dei colonials furono dapprima in legno, poi fino al 1870 vennero eseguiti in ferro e legno, secondo la tecnica mista, il che permise di realizzare unità estremamente solide e di notevole dimensioni, facendo così fronte alla grande richiesta di navi per le rotte australiane.

Il ferro impiegato permise ai colonials di resistere ancora per un ventennio fino al 1890 dominando sulle rotte dell’Australia e di Capo Horn. Con il clipper la nave a vela raggiunse il suo massimo grado di perfezione; tutto ciò che sul veliero verrà ristrutturato, modificato, cambiato non aggiungerà nulla di fondamentale al perfetto meccanismo che era ormai diventata la nave a vela: scafo lungo e stretto, sezione maestra molto spostata verso prua, linee di scafo filanti, alta e complessa alberatura, grande superficie velica, estrema manovrabilità e velocità anche con venti leggeri. Il clipper dunque rappresentò quanto di meglio e di più efficiente poteva esprimere la marineria a vela.

Gian Filippo Pellicciotta

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