La denominazione di “Clipper” deriva dal verbo inglese ” to clip” tagliare (tagliare il vento, tagliare i primati di navigazione, mantenere una buona andatura ” going at a good clip”) e fu attribuito all’ultimo e più perfezionato risultato dell’evoluzione della nave a vela di legno.
Il clipper nacque negli Stati uniti intorno al 1820, quando la classe mercantile americana cominciò a rendersi conto che il futuro dei suoi commerci era il mare. Gli anni seguenti videro le navi commerciali americane partire per l’Europa, attraversare l’oceano indiano, doppiare Capo Horn.
L’antenato del clipper può essere considerato quel tipo di brigantino a due alberi, dallo scafo molto basso sull’acqua, le linee di carena estremamente affilate, la prua e la poppa molto inclinate, che veniva costruito nei cantieri di Baltimora. Le sue principali caratteristiche erano di avere la sezione maestra dello scafo molto spostata verso prua e di avere un armo velico molto sviluppato.
Ciò conferiva alla nave una grande stabilità in mare e, unitamente alla velocità data dalle linee d’acqua e dal piano velico, ne faceva un autentico levriero del mare. La denominazione di Clipper venne successivamente estesa a tutte quelle navi a vela aventi caratteristiche simili, uscite in gran numero dalla Nuova Inghilterra e di New Orleans. Nella storia della marineria a vela i clippers occupano un posto ben preciso, suddivisi in cinque categorie a ognuna delle quali corrisponde un periodo di storia nautica e commerciale.
1830-1850 I Clipper dell’oppio 1845-1860 I tea clipper americani 1850-1875 I tea clippers inglesi 1820-1865 I clippers da passeggeri 1865-1890 I colonial clippers. Colonial o wood clippers furono quei velieri veloci che vennero costruiti per assicurare i collegamenti con l’Australia e la Tasmania. Ricordiamo che il grande navigatore solitario Joshua Slocum fu comandante di un Clipper a soli 26 anni, nell’era dei grandi commerci sui mari del mondo.