La scena si svolge in un locale sull’isola della Georgia Australe, base di balenieri norvegesi che viene definito come: “uno stanzone gremito di comandanti, ufficiali e marinai in cui c’era un fumo che si poteva tagliare con il coltello”. L’immagine qui descritta rappresenta la fine di una delle più grandi avventure conosciute, quella degli uomini dell’Endurance.
Il 3 gennaio 2013 alle 14.30 ha mollato gli ormeggi da Ushuaia la spedizione Shackleton Epic con la barca Alexandra Shackleton, fedele riproduzione della celebre James Caird che si ripropone di effettuare la stessa rotta storica con gli stessi mezzi a disposizione. La James Caird era la scialuppa di salvataggio della nave Endurance che affrontò 870 miglia marine nel burrascoso canale di Drake dopo essere stata modificata.
L’attrezzatura della Caird consisteva in un paio di binocoli, una bussola prismatica, una piccola cassetta di medicinali, quattro remi un secchio, una pompa, un fucile un’ ancora galleggiante e una lenza da pesca oltre a qualche candela e dei fiammiferi, dei sacchi a pelo di renna. Due sestanti, un cronometro e le carte di navigazione.
Nessun GPS a disposizione quindi per questi intrepidi marinai che tentano di riproporre la traversata; la coperta è calafatata come l’originale con cotone, oli per dipingere e biacca. A Capo di questa spedizione Australiana/inglese c’è Tim Jarvis che ha molta esperienza di spedizioni polari; fa parte dell’equipaggio anche Paul Larsen, il velista più veloce al mondo (67,74 nodi).”Sarò guidato da Shackleton come esempio di leadership come lo sono stato nel corso del periodo di preparazione”ha detto Jarvis.
Un video documentario disponibile QUI. Gian Filippo Pellicciotta