Jean-Luc Van Den Heede continua il Golden Globe Race, il giro del mondo in solitario senza scalo, nonostante il rischio di disalberare. Ecco le sue ultime parole prima di Capo Horn dopo essere scampato ad una grossa tempesta con 65 nodi di vento ed onde di 11 metri:
“Ho avuto tutto il tempo per pensare alla mia situazione durante questi quattro giorni di fuga dalla tempesta (220 miglia perse al Nord).” Il mio albero è ora estremamente precario a causa del mio ribaltamento. Se mi fermo a fare una riparazione, sarà solo temporaneo. Per continuare a navigare, Matmut avrà bisogno di più o meno tempo, per mettere un nuovo albero.
Così ho deciso, per salvare la mia anima (dixit Moitessier), di continuare il mio percorso senza sosta e dirigermi verso Les Sables d’Olonne.
Appena il mare lo permetterà, salirò sull’albero per assicurare al meglio possibile quello che posso usare a bordo. Se fallisco, ho come tutti i concorrenti una giuria che mi consentirà di raggiungere un porto in piena autonomia non più in modalità regata, ma in modalità sicura. Questa non è la prima volta che cercherò di portare a casa una barca danneggiata. E se per miracolo arrivo a Les Sables d’Olonne, non mi interessa la classifica, almeno ci avrò provato. Incrocio le dita e ringrazio tutti quelli che mi aiutano in questa avventura.
Il messaggio è stato trasmesso grazie alla rete di radioamatori ed al Collectif Terre et Mer, che è l’unico modo di comunicare con la terrafema e fornire a tutti i concorrenti le previsioni meteorologiche. Li ringrazio calorosamente “.