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Poon Lim

Poon Lim è quello che si dice un navigatore solitario involontario

Era un marinaio del mercantile britannico Ben Lommond che il 23 novembre del 1942 fu silurato in pieno Atlantico sotto l’equatore. Quando la nave saltò in aria, Lim ebbe solo il tempo di afferrare la cintura di salvataggio , infilarsela, e correre alla lancia a cui lo destinava il suo posto di abbandono nave. Quando tornò alla superficie, il Ben Lommond era sparito e con lui ogni traccia di vita.

Aggrappato a dei pezzi di legno, Lim nuotò per un paio di ore, dopodichè scorse una di quelle zattere che le navi portano in coperta, e che si liberano da sole in caso di naufragio, e vi montò sopra. Poon Lim non aveva alcun modo di manovrare la zattera: non poteva quindi che aspettare, mentre andava alla deriva, che qualcuno lo raccogliesse. E siccome, era sulla rotta delle navi, ciò gli sembrava probabile; aveva nella zattere un pò di acqua dolce dei viveri, alcuni razzi, ossia la attrezzatura solita di salvataggio.

Nei diversi giorni che seguirono l’acqua iniziò a scarseggiare come anche i viveri: approfittò dei rovesci torrenziali e della sua cintura che utilizzò come imbuto, per raccogliere la pioggia. La sua deriva era incoerente e molto lenta, egli potè solo fare delle tacche sul legno per tenere conto dei giorni che passavano.
Dopo sei settimane, vide che i suoi viveri, anche impiegati con la proverbiale frugalità dei cinesi, non gli sarebbero bastati che per ancora pochi giorni. Bisognava pescare, ma non aveva lenze. Però ne poteva fabbricare una “scommettendo”, ossia disfacendo il cavetto del tientibene che è fissato attorno alle zattere per agguantarsi.

Mancava l’amo: riusci con i denti ad estrarre uno dei chiodi zincati della zattera e, ciò che è ancor più difficile, a piegarlo. Come esca non aveva altro che della galletta, la impregnò di saliva, ne fece una pallina che fece indurire al sole. Sapeva bene che non sarebbe durata molto in acqua prima di sciogliersi, ma confidava nella fortuna.

Prese un piccolo nasello che si guardò bene dal mangiare e che utilizzò come esca. Riusci a catturare un pesce di 25 chili che mangiò crudo senza ripugnanza. Il pesce crudo fu il suo solo mezzo di sostentamento, a parte gli uccelli che gli si posavano sulla zattera o sulla sua testa, e che riusciva ad acchiappare, come fece anche Bernard Gilboy. Ma cominciava a soffrire per un altro guaio: i suoi vestiti non avevano resistito all’alternarsi della pioggia, sole violento e raffiche del mare equatoriale. Si trovava, in pratica, nudo, sotto il sole cocente di giorno e al freddo di notte.

Fu soltanto al 133esimo giorno, molto vicino alla costa brasiliana, che non avrebbe tardato ad avvistare poichè non distava che 10 miglia, che fu trovato da pescatori e condotto a terra. Questo uomo robusto e semplice non prese nessuna delle precauzioni abitualmente necessarie dopo un lungo digiuno: si mise a divorare tutto quello che gli davano, specialmente peperoni. I pescatori lo guardavano attoniti, poichè essi stessi non avrebbero potuto inghiottire tanto “fuoco vegetale” come loro lo chiamavano.

Il 5 aprile del 1943 Poon Lim veniva sbarcato a Belem. Aveva ripreso abbastanza forze per camminare da solo. Inviato all’ospedale, si rimise rapidamente, non soffrendo che di un disturbo intestinale assai benigno. Dopo 15 giorni il giovanotto era di nuovo in piedi, e dispezzando la convalescenza, cercava un altro imbarco!

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