Sopravvive 49 giorni su una zattera nell’oceano bevendo acqua di mare
Un ragazzo indonesiano è sopravvissuto per 49 giorni su una zattera nell’oceano
Naufrago su una zattera - Il ragazzo, di nome Aldi Novel Adilang, stava lavorando su una piattaforma galleggiante per la pesca – chiamata rompong, in Indonesia – quando a causa del maltempo la sua zattera ha preso il largo, costringendolo a sopravvivere pescando e bevendo l’acqua di mare strizzata dai vestiti, per ridurre il sale ingerito. Ora è stato riportato a casa e sta bene, ha raccontato il Jakarta Post.
Le piattaforme galleggianti come quella di Aldi Novel Adilang sono fissate a circa 125 km dalla costa dell’isola indonesiana di Sulawesi, e Adilang ci lavora da quando aveva 16 anni. Il suo compito era quello di tenere accese ogni notte le lampade che attraggono i pesci, rimanendo per giorni a bordo di una zattera speciale ancorata al fondale, e attrezzata con una cabina coperta per dormire. Ogni settimana, qualcuno andava a raccogliere il pesce catturato e per portargli rifornimenti di cibo, acqua e carburante per il generatore. La compagnia per cui lavora Adilang ha circa 50 postazioni come la sua. Il 14 luglio però, durante una forte tempesta, l’ancoraggio della zattera si è rotto e Adilang è rimasto alla deriva.
Aveva provviste soltanto per pochi giorni, e ha dovuto così pescare e cuocere il pesce su un fuoco di fortuna acceso con il legno della stessa zattera, e bere l’acqua dopo averla strizzata dai vestiti perché trattenessero un po’ di sale. Mentre era alla deriva ha visto passare dieci navi, ma nessuna lo ha avvistato fino al 31 agosto, quando è passato un mercantile battente bandiera panamense. Adilang ha provato prima a farsi vedere agitando un panno, ma senza successo. Allora ha provato a contattare la nave usando una frequenza radio che una volta un amico gli aveva consigliato di usare nel caso in cui volesse lanciare un segnale a una grande nave.
La nave ha captato il segnale ed è tornata indietro, ma c’era il mare molto mosso e inizialmente non è riuscita a soccorrerlo. Alla fine Adilang, molto debole dopo 49 giorni in mare, ha dovuto buttarsi in acqua per afferrare la corda lanciata dalla nave, riuscendo così a farsi issare a bordo. La nave ha poi contattato la guardia costiera, accordandosi per consegnare il ragazzo ai diplomatici indonesiani a Tokuyama, in Giappone, dove la nave era diretta.
Le autorità giapponesi hanno contattato quelle indonesiane, che hanno avvertito la sua famiglia e organizzato il suo rimpatrio. Una volta arrivato in Giappone, Adilang è stato messo in quarantena per un giorno, finché l’8 settembre è potuto volare in Indonesia, dove è tornato con la sua famiglia. Ha raccontato di essersi disperato molte volte e di aver pensato di uccidersi, nei giorni alla deriva, ma di aver tirato avanti pensando ai consigli dei suoi genitori, e pregando con una Bibbia che aveva a bordo della zattera.