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Vittorio e Nico Malingri: il record in oceano in catamarano

Vittorio e Nico Malingri

Salve Vittorio una tua opinione sul tuo recentissimo tentativo di record; come è la navigazione in mare aperto su un piccolo cat?

Abbiamo preparato il record Marsiglia Tunisi con grande attenzione, ma in realtà non eravamo ancora pronti ed affiatati come lo siamo ora, per il prossimo Dakar Guadalupa in doppio di fine marzo 2017. Non eravamo neanche sprovveduti, nel senso che la nostra preparazione per quel record è stata tutta incentrata sulla marinità e non sulla velocità. Non avremmo mai pensato di partire con tutto quel vento, ed avevamo tanta paura. In navigazione solo la grande concentrazione, e il profilo bassissimo tenuto nelle prime 24 ore, ci hanno permesso di sopravvivere in posizione orizzontale. Se ci fossimo rovesciati l’albero si sarebbe rotto in pochi secondi e sarebbe stata dura. Anche la barca si è rivelata molto marina. Gli ho visto fare cose impensabili per un F20, di come se ne sono visti prima di Feelgood…e che è anche una barca veloce spero che oramai si sia capito.

Abbiamo navigato sempre anche 5 nodi sotto la media che sarebbe stato possibile tenere, e siamo contenti di averlo fatto. Nico è stato la vera anima di questo record io ho timonato un pelo di più. Una navigazione incredibile con , ad un certo punto, oltre 5 metri di onda. Sembrava di essere nei mari del sud e non in mediterraneo, e più le onde salivano, più Feelgood andava bene. Non lo rifarei, o meglio non consiglio a nessuno di provarci, a noi in definitiva è andata  solo bene.

Che dire circa la navigazione su un piccolo multiscafo in oceano? Che ne pensi di Alessandro di Benedetto e Yvan Bourgnon?

Direi che ho ampiamente dimostrato la mia simpatia per questo tipo di navigazioni, sempre intese come il punto di arrivo di una vita in mare, e non per esordire nella vela oceanica a 20 anni. Penso che i continenti siano stati scoperti realmente da gente che andava alla deriva su imbarcazioni piccole come la nostra, piuttosto che da spedizioni organizzate come quelle vichinghe prima, cinesi nel 1401 e solo in ultimo dei nostri “scopritori”, più che di continenti di informazioni e carte sulla loro esistenza prima di andarci.

Di Benedetto, non essendo morto quando ha tentato le prime traversate con il F18 é diventato un bravo navigatore. Non ha inventato niente però. In Hobie ai Caraibi ci si va da oltre 35 anni. Ha il merito di avercelo ricordato.

Yvan è tutto un altro paio di maniche. E’ uno dei massimi esperti al mondo, e soprattutto appassionato, di navigazioni su piccoli multiscafi, raid e regate  a bordo di F18 e F20. Abbiamo scoperto che aveva al suo attivo un tentativo sulla Marsiglia Cartagine, grazie ad una segnalazione di Matteo Miceli, solo due settimane prima di partire. Aver battuto il suo tempo di oltre 10 ore è incedibile.

Cosa ne pensi del tentativo di record di Joyon e cosa è cambiato nei multiscafi in equipaggio negli ultimi anni?

Top, Francis é da sempre uno dei due marinai migliori al mondo per me, l’altro e Loick Peyron. I multiscafi da record non sono molto cambiati, lo sono alcuni materiali. la barca di Jojon è l’antico Geronimo, avrà 20 anni, forse più, e le modifiche hanno riguardato tutto ma non gli scafi.

Per mettere a proprio agio l’equipaggio si sono cambiati completamente i pozzetti e le sistemazioni interne. Credo che il record di Francis e compagni sia dovuto più al lato umano che alla barca. Hanno navigato meglio, hanno avuto più fortuna e un vento migliore di altri…e se lo meritavano.

Riproporresti The Race o magari un giro del mondo per solitari in multiscafo? Che ne pensi?
Credo che non ci sia bisogno di proporre niente. The Race., a puntate, è ancora in atto, come possiamo ben vedere. Lucrare su della gente che rischia la vita non è tra i miei desideri, mentre vedo molto di buon occhio un guerriero che si alza la mattina e pensa “ a chi c’è da rompere il culo oggi?”. ….e poi ci va

Per il tentativo in solitario di Coville? Che tipo di stress esiste per i solitari su questi grandi multiscafi?

Grandissimo, immenso Thomas. E’ il terzo dei più bravi marinai del mondo in questa epoca e ci è arrivato dopo tanti tentativi ed una immensa costanza. La domanda giusta é “quali tipi di stress sono assenti su una barca da solitari odierna?”.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Io di progetti ne ho, specialmente uno su cui sto rimuginando e organizzandomi da tanti anni. Servono pero almeno 1,5 m all’anno per un paio di anni meglio 3.

Avete visto quanti soldi sono andati nelle operazioni che hanno appassionato tutto il mondo tra record dei grandi multiscafi e Vendee Globe?.

Ora è maleducazione fare domande su progetti futuri ad un navigatore italiano, mai nessuno gli dara solo la meta dei soldi necessari. Chiunque lui sia.

La verità è triste come per la maggior parte del resto “italico” al di fuori della nautica. “Italiani: MAI  RAGAZZI, NON SUCCEDERA’ MAI….almeno fino a che noi siamo italiani in questo modo qui e non abbiamo il coraggio di cambiare il nostro paese RADICALMENTE”. Com’e’? 76 milioni in legge di stabilità dal governo per un evento di golf , calciatori pagati e remunerati con cifre che da sole avrebbero risolto il terremoto in centro Italia e per tutto il resto niente, 0, nada, zerello…arrangiarsi.

Quindi la risposta è: “certo che ho programmi futuri, molto ambiziosi, anche se non ho la minima certezza ne probabilità di riuscirci ci provo, come da sempre” ….poi che questo succeda è tutto un altro paio di maniche, ma se per caso dovesse succedere vi terrò incollati ai vostri schermi più del solito.

Poi sto sempre aspettando che Joss Stone risponda alla mia richiesta di matrimonio…nel caso smetto con la vela e riprendo con la chitarra.

 

Vittorio

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