A mezzanotte e 12 minuti della notte scorsa, Yvan Bourguignon è entrato nel canale di Nuuk in Groenlandia, compiendo con successo la sfida più estrema della sua carriera e della sua vita.
Yvan Bourguignon, partito il 13 luglio scorso a bordo del suo fedele catamarano per una nuova odissea, ha nuovamente dimostrato che appartiene alla razza degli ultimi avventurieri. Per questa sfida tra i ghiacci, ha percorso 7 500 km tra il pacifico e l’atlantico, nel cuore del circolo polare artico, ben oltre il 70° parallelo, su una rotta oceanica inedita. Una via marittima dove mai un marinaio si era avventurato in solitario, su un catamarano non abitabile.
Lo stretto di Bering, Barrows, il mare di Beaufort, il golfo di Amundsen e la baia di Baffin: tanti punti di riferimento leggendari su un percorso costellato di pericoli. La pioggia in primo luogo, poi il freddo polare, gli iceberg, ma anche la fauna, con una onnipresenza degli orsi polari, che ha incontrato diverse volte.
Un’avventura pericolosa in cui Yvan ha dovuto navigare a vista e dormire a intervalli di 5 minuti. Yvan, nonostante sia molto esperto nelle navigazioni estreme in oceano, lo riconosce: ” Ne ho passate più di quanto pensassi. Le difficoltà si sono accumulate nel corso della rotta. Questa sfida è stata sicuramente la più difficile di tutte quelle che ho realizzato sulla mia piccola barca, il mio fedele catamarano sportivo. La parte più difficile era quella sensazione quasi permanente di non avere un margine di sicurezza: un disalberamento e non avrei avuto il tempo di costruire una manovra di fortuna prima di andare a finire su una scogliera, non avrei avuto abbastanza sensibilità alle dita per raddrizzare il mio catamarano, un ancoraggio fatto male e il dramma assicurato, perchè sarei stato senza motore.
Oggi penso io abbia portato al limite ciò che si può realizzare con questo tipo di barca in solitario. Ho anche superato i miei limiti, e ho scoperto la paura in mare. A causa dei ghiacci, delle tempeste, delle temperature e delle rocce non mappati ho pensato decine di volte che non ne sarei uscito vivo, ero costantemente sotto pressione perchè non avevo nessun margine per un errore ”
Yvan ha testato personalmente i limiti fisici di ciò che un uomo può sopportare, ed il suo sollievo è stato immenso nel trovare i suoi cari, Geraldine E Tao, dopo 72 giorni di solitudine tra i ghiacci. Ricordiamo che con la stessa barca Yvan ha concluso da solo un giro del mondo….. Le sue tappe del giro del mondo dove lo avevamo seguito in precedenza QUI e QUI.