A quel tempo (incendio di Parigi), il Louvre, che era sfuggito alle fiamme, a differenza delle Tuileries nelle vicinanze, ospitava un Museo del Mare. Dal 1871 fino alla sua morte a 87 anni, il suo direttore è stato l’ammiraglio Francois Edmond Paris (1806-1893) che aveva dedicato la sua vita alle navi e alla cultura marinara di tutto il mondo.
Curioso circa la diversità dei popoli del mare e delle barche, è stato uno di quei marinai arroccato nella tradizione dei propri antenati del secolo dei Lumi, avendo sempre un quaderno e una matita nella tasca della giacca. Da allora molta acqua è passata sotto il Pont Mirabeau, il Museo della Marina è stato trasferito presso il Palais de Chaillot per divenire Museo Nazionale. Presenti alla mostra, non solo le cinque navi a grandezza naturale, ma anche per la prima volta dei modelli che il direttore del museo ha promosso alla fine della propria vita, per salvare la memoria delle diverse imbarcazioni a vela del mondo, prima che queste scomparissero sotto l’influenza dell’industrializzazione.
A questo proposito, il lavoro di etnografia marittimo – al fine di comprendere le culture molto diverse – è stato privilegiato, associato da un aspetto visionario. Per tracciare il lavoro del marinaio, scienziato e artista, gli autori della mostra hanno interpretato con scenografie la geografia, la storia, le belle arti, tecniche di costruzione e di navigazione, l’ambiente e, naturalmente, l’etnologia. Per comprendere appieno la cultura e le tradizioni incontrate.
Una serie di cinquanta acquerelli inediti, disegni e stampe sono stati accostati e presentati, tra i vasti panorami, arricchite anche da litografie, fotografie d’epoca e film. Infine, un bellissimo libro catalogo è stato pubblicato congiuntamente da Chasse-marée/Glénat e National Maritime Museum (325 x 280 mm, 208 pagine, 39 euro), sotto la direzione scientifica di Eric Rieth (National Maritime Museum / CNRS) e con una prefazione di Titouan Lamazou, vincitore del Vendee Globe!